Stop al Caporalato in Provincia di Treviso: aboliamo la Bossi Fini e che le istituzioni vigilino!

A pochi giorni dalla morte di Satnam Singh, giovane bracciante ucciso a Latina dal sistema di sfruttamento e caporalato e dall’azienda che lo ha abbandonato e lasciato morire dissanguato dopo che un macchinario gli aveva staccato il braccio, anche il territorio opitergino-mottense scopre di essere interessato dal fenomeno del caporalato e dell’iper sfruttamento in agricoltura. 

Tredici braccianti (su una cinquantina coinvolti) hanno denunciato il Caporale e sono stati aiutati dalla Flai-Cgil. Come riporta il sindacato erano costretti a lavorare anche 14 ore al giorno e vivevano in un casolare vicino a Oderzo in condizioni disumane e indecenti. 

La nostra consigliera di Oderzo e membra della nostra segreteria provinciale, Giulia Princivalli, ha presentato una interpellanza, per chiedere alla Sindaca di Oderzo e alle istituzioni tutte di fare chiarezza su questa vicenda e sul fenomeno del caporalato nel nostro territorio. 

E’ necessario che le nostre istituzioni vigilino e facciano emergere situazioni di sfruttamento e illegalità nelle nostre campagne. 

E’ necessario che ogni presidio istituzionale faccia la sua parte e intensifichi i controlli insieme alle forze dell’ordine nelle aziende agricole di tutto il nostro territorio. 

In Italia il 15% del valore del comparto agricolo si fonda su questo sistema di caporalato e ipersfruttamento di persone (quasi sempre immigrati) estremamente vulnerabili e ricattabili, soprattutto a causa di politiche e leggi (come la Bossi-Fini) che rendono gli immigrati ancora più ricattabili, non fornendo loro la sicurezza di documenti e di contratti di lavoro regolari. 

E’ inammissibile che in Italia e nel nostro territorio siano diffusi questi fenomeni gravissimi di para-schiavismo, non possiamo fare finta di niente e accettare in silenzio che queste persone vengano sfruttate e vivano in condizioni degradanti e disumane per raccogliere la frutta e la verdura che finisce ogni giorno nelle nostre tavole!

Bisogna liberare i lavoratori e le lavoratrici dalla ricattabilità, abolire la Bossi Fini, smontare le catene dell’appalto e del subappalto, garantire salari giusti, consentire alle persone migranti di vivere in modo regolare nel nostro paese.

Per Sinistra Italiana Treviso, il Segretario Provinciale Christian Dal Grande

Boicottiamo il G7: organismo delle grandi potenze economiche e militari che vogliono espropriare il mondo intero dai diritti, democrazia, partecipazione

Si riunirà dal 13 al 15 di Marzo a Verona e a Trento la sessione dedicata a Industria, Tecnologia e Digitale del G7, il Gruppo dei 7 Paesi occidentali più industrializzati del mondo. Comprende stabilmente Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stai Uniti. Ha escluso dopo un breve periodo la Russia non ha mai aperto agli altri grandi del Sud Globale come Cina, Brasile, India. 

E’ un organismo senza responsabilità e obblighi, senza procedure democratiche, che rappresenta una quota minoritaria della popolazione mondiale ma esercita il dominio economico e militare. Il G7 ha nei fatti esautorato e condizionato l’Onu, lo strumento democratico e rappresentativo che il mondo si è dato all’uscita della guerra mondiale.

Per sua natura non ha sede, presidenza e strutture fisse, ma si auto riproduce di anno in anno con mandati temporali. Oggi si conferma come strumento per esercitare il dominio dei grandi paesi occidentali e delle multinazionali, sulle politiche economiche, sul commercio e il controllo delle tecnologie.

L’esclusione degli Stati non direttamente assimilabili alla tradizione neocoloniale anglosassone o ad essa subalterni, gli accordi politici, di fatto vincolanti, hanno predefinito posizioni e scelte dell’assemblea dell’Onu  e  del Consiglio di Sicurezza.  

La difesa di interessi di parte è chiara nel silenzio su conflitti gestiti dalla Nato o direttamente dagli Stati Uniti e fa coppia con l’intervento diretto nella vicenda Ucraina o l’atteggiamento di equidistanza nel massacro del popolo palestinese.  

Oggi il G7 sta operando per contenere la crescita e il ruolo politico dei paesi del Sud Globale con interventi diretti per limitare le conoscenze, la ricerca e le quote di mercato dei paesi che sono in grado di competere con l’egemonia Statunitense.

L’obbiettivo, non celato, è l’isolamento e la sconfitta economica della Cina vero competitor sul piano della ricerca, della tecnologia e del commercio. Una sconfitta che è progettata sul piano del contenimento territoriale e del conflitto militare con l’estensione della Nato nell’area del pacifico orientale.

Nella Sessione Veronese del G7 si ripropone la questione del controllo della produzione civile e militare ad alto contenuto di tecnologia. Sulla questione dei semiconduttori, chips, elementi essenziali per la produzione di automobili e dei Droni si gioca il dominio economico e militare dei prossimi anni. 

Il programma del G7 di Verona riconferma la centralità della questione. “Prioritario è altresì il rafforzamento della sicurezza e della sostenibilità delle catene di approvvigionamento dei semiconduttori e delle materie prime critiche, anche al fine di ridurre la dipendenza da paesi terzi “.

E’ il ruolo di strumento servile del Potere Americano svolto storicamente dal G7 e ancor più aggravato dalla politica imperiale definita dall’America e accettata supinamente dall’Europa in una accelerazione della crisi economica e politica che sta trascinando il mondo in un conflitto sempre più pericoloso e esteso. 

In questa prospettiva è la nostra opposizione al G7 e alle sue politiche. Va confermata l’ipotesi di un modello economico e politico multipolare che in un sistema economico equilibrato e rispettoso di ambiente e risorse si proponga come alternativa reale al dominio del modello Occidentale

Va riaffermata la centralità di una Onu rafforzata e qualificata dal punto di vista della democrazia e dei criteri di partecipazione e ricostruito un rapporto di uguaglianza e condivisione con tutti i paesi del Sud Mondiale vittime, nella storia recente, delle politiche coloniali dell’Occidente.

Verona, 12/03/2024

Sinistra Italiana Verona

Sinistra Italiana Veneto – Dipartimento regionale Lavoro

Manifestazione Cgil e Associazioni del 7 ottobre a Roma. Anche Sinistra Italiana del Veneto sarà in piazza!

Anche Sinistra Italiana del Veneto sarà in piazza, Sabato 7 Ottobre, alla manifestazione promossa dalla Cgil e da tantissime associazioni e realtà sociali del nostro Paese. Parteciperemo allo spezzone di Alleanza Verdi Sinistra che da Piazza della Repubblica sfilerà, con migliaia e migliaia di persone, per chiedere la piena attuazione della Costituzione, per restituire diritti e dignità al lavoro, per salari e pensioni giuste. 

Sono tante le ragioni che ci spingono ancora una volta nelle piazze e nelle strade, con il Sindacato e le realtà associative e territoriali con cui lavoriamo nella quotidianità nei nostri Comuni e nei nostri quartieri. 

Manifestiamo per il diritto a un lavoro giusto, dignitoso, con una retribuzione adeguata come da Costituzione, e sicuro. In un Paese martoriato dalle morti e dagli infortuni sul lavoro, pensiamo che sia necessario porre al centro il tema della sicurezza, che passa anche dalla lotta alla precarietà e dal ripensamento di un modello pubblico di sviluppo e di politiche industriali adeguate alla fase storica. 

Manifestiamo per il diritto alla salute, in un Paese in cui i fondi per la sanità pubblica sono oggetto di pesanti tagli, in cui il personale sanitario è allo stremo e con una Regione che punta tutto sulla sanità privata, come denunciamo ormai da anni. 

Manifestiamo per il diritto alla casa, oggi sempre più inaccessibile, con fasce di esclusione sociale che vanno dal lavoro povero a pensionati/e con la minima a studenti/esse fuori sede a cui è impedito di poter studiare e vivere nelle città. 

Manifestiamo per il diritto a vivere in un ambiente salubre e per la giustizia climatica, denunciando i pesanti danni della rendita immobiliare che soffoca di cemento i nostri territori e consuma suolo in nome del profitto senza limiti. Continuiamo a pensare che sia necessaria una Legge regionale seria per raggiungere davvero l’obiettivo di “consumo di suolo zero” e che si debbano fermare quelle grandi opere inutili che devastano il territorio, come la pista da bob a Cortina. 

Manifestiamo per il diritto all’istruzione, dal nido, che non può più essere un servizio a domanda individuale, all’Università, che deve essere realmente accessibile a tutti/e, con strutture adeguate e da potenziare anche in considerazione del fatto che l’Italia è fanalino di coda in Europa per percentuale di laureati.

Manifestiamo per un’articolazione democratica più avanzata nel nostro Paese e nei territori: all’opposto rispetto al neo-centralismo sotteso ai progetti, profondamente sbagliati, di autonomia differenziata e di presidenzialismo, crediamo sia imprescindibile ripartire dalla Costituzione, dalla seria applicazione delle disposizioni sociali che contiene e da un ruolo rinnovato dei Comuni, da sempre il luogo della partecipazione democratica più estesa.

Manifestiamo per questo e per molto altro. Come sempre nelle piazze noi ci saremo. 

Sinistra Italiana del Veneto

Cinque morti a Brandizzo, parole ma ancora nessuna risposta.

Brandizzo (TO). Falciati mentre lavoravano in condizioni di totale insicurezza, in lavoro di sub appalto come milioni di lavoratori nel nostro paese.

La manutenzione della linea ferroviaria, soprattutto dopo la privatizzazione attuata nel 2016, è stata esternalizzata ed affidata in appalto e sub-appalto con condizioni di lavoro che coniugano tempistiche feroci, insicurezza e impossibilità di controllo e opposizione dei lavoratori. I dati delle vittime da lavoro dell’ultimo anno sono tragicamente trasparenti: più di 559 morti, 80 al mese, a cui si aggiungono feriti e vittime di malattie professionali.

La vicenda di Brandizzo ricorda quella di Luana D’Orazio, uccisa nel 2021 perché dalla macchina su cui lavorava erano stati disattivati i meccanismi di sicurezza per aumentarne la produttività. Nonostante l’impegno a garantire reali forme di controllo e tutela per il lavoro (sul piano legislativo e dei controlli), la risposta è mancata. Il profitto prima delle persone, i dividendi prima dei diritti dei lavoratori: ecco il capitalismo.

Il cuore del problema risiede nella progressiva frantumazione del processo produttivo, con l’esternalizzazione di fasi sempre più estese dei lavori e l’appalto a strutture marginali con scarso investimento tecnologico.

L’inadeguatezza tecnologica di gran parte delle aziende della subfornitura e del subappalto comporta che competitività e margini di profitto siano recuperati essenzialmente nella parte variabile del capitale, peggiorando salari e condizioni di sicurezza.

L’idea, sbagliata, secondo cui il limite dello sviluppo risiedesse nella rigidità del rapporto di lavoro ora mostra le sue tragiche conseguenze. Era il fondamento del Jobs Act: smantellare la struttura sindacale nei luoghi di lavoro e dare il via libera alle politiche padronali. Il nuovo Codice Appalti varato da Meloni e Salvini, estendendo il sub-appalto a cascata, peggiora il quadro.

Più flessibilità e velocità si traduce in più precarietà, insicurezza, infiltrazioni della criminalità: da questa svalutazione del lavoro deriva gran parte dei rischi, degli infortuni, delle morti, che purtroppo, anche nella nostra Regione, hanno coinvolto anche studenti in PTCO.

Oggi, per non lasciare inalterate la condizioni strutturali che hanno penalizzato il lavoro nel nostro Paese, va unificata la proposta di introdurre un Salario Minimo con l’abrogazione del Jobs Act e delle normative che escludono, nelle aziende sotto i 15 dipendenti, la reintegra in caso di licenziamento illegittimo (art. 18).

Più democrazia e diritti nel posto di lavoro, più democrazia nella società.

Va ripresa la politica dell’intervento pubblico sullo sviluppo, sulle politiche industriali e sui servizi. Proponiamo la pubblicizzazione degli Enti che hanno reso possibile la crescita qualificata nel nostro paese. Eni, Enel, Telecom, “nuova Iri” vanno riproposte come strumento di crescita, di riconversione ecologica e di valorizzazione del lavoro.

Sinistra Italiana – Gruppo Lavoro Regionale Veneto

Salario Minimo Subito: ecco dove firmare in Veneto

Sinistra Italiana, in tutto il Veneto, si mobilita per raccogliere le firme a sostegno della proposta unitaria delle opposizioni per l’introduzione di un salario minimo legale. Si tratta di una misura necessaria, non rinviabile, che risponde all’esigenza di almeno tre milioni di persone nel nostro Paese e che consente di alzare un argine contro il lavoro povero e lo sfruttamento. Ci sono interi settori in cui i salari da fame sono, purtroppo, la norma. 

E questo avviene anche in una regione più benestante di altre come il Veneto. L’inserimento, in posizione subalterna, nelle catene globali del valore di non trascurabili segmenti produttivi dei nostri territori ha avuto negli anni l’effetto di schiacciare la competitività sul costo del lavoro, innescando una dinamica in cui a rimetterci sono sempre i lavoratori e le lavoratrici. Lo stesso vale per molti settori a basso valore aggiunto, come turismo, ristorazione, agricoltura e servizi. Con questa proposta, che peraltro è costruita per rafforzare la contrattazione collettiva, si dà un primo, significativo, segnale in controtendenza. 

Per questo come Sinistra Italiana ci siamo mobilitati per pianificare, anche in piena estate, momenti di raccolta firme, banchetti, occasioni di incontro. Per noi è una priorità, insieme a un lavoro di inchiesta sul territorio sulle condizioni di lavoro nella nostra regione che costruiremo in parallelo al nostro prossimo Congresso. 

Di seguito i banchetti programmati (lista in aggiornamento):

VERONA Sabato 26 Agosto, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, punto firma presso la sede provinciale di Sinistra Italiana (Via San Nazaro 46/A, Verona) 

VICENZA dal 25 al 29 Agosto, Festa “Fornaci Rosse” (Parco delle Fornaci, Via Carlo Farini, Vicenza), banchetto presente tutte le serate di festa. Il 25 agosto sarà presente Giovanni Paglia 

VENEZIA Sabato 26 Agosto, dalle ore 8.30 alle ore 11.30, banchetto al Mercato di Marghera (Piazza Mercato) 

TREVISO Sabato 26 Agosto, dalle ore 9.00 alle ore 12.30, banchetto a Treviso al Mercato fuori Porta San Tomaso; Domenica 27 Agosto, dalle ore 10.00 alle ore 12.30, banchetto a Oderzo (Tv) in Piazza Grande 

BELLUNO Venerdì 25 Agosto, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, banchetto a Feltre (Bl) a largo Castaldi 

PADOVA dal 7 al 10 settembre, banchetto alla festa di Coalizione Civica

Salario Minimo Subito

📢 La proposta unitaria delle opposizioni per l’introduzione del salario minimo è in campo.

Il Governo prende tempo, tergiversa e rimanda.

Ma chi non può rimandare sono i milioni di italiani e di italiane costretti a lavorare con paghe da fame.

💪Per dare forza a una proposta di civiltà, serve il sostegno di tutte e tutti e serve subito. Partecipa alla raccolta firme delle opposizioni, sia nelle città che online.

Insieme possiamo fare la differenza!

🖱️ Clicca su salariominimosubito.it

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