Stop al Caporalato in Provincia di Treviso: aboliamo la Bossi Fini e che le istituzioni vigilino!

A pochi giorni dalla morte di Satnam Singh, giovane bracciante ucciso a Latina dal sistema di sfruttamento e caporalato e dall’azienda che lo ha abbandonato e lasciato morire dissanguato dopo che un macchinario gli aveva staccato il braccio, anche il territorio opitergino-mottense scopre di essere interessato dal fenomeno del caporalato e dell’iper sfruttamento in agricoltura. 

Tredici braccianti (su una cinquantina coinvolti) hanno denunciato il Caporale e sono stati aiutati dalla Flai-Cgil. Come riporta il sindacato erano costretti a lavorare anche 14 ore al giorno e vivevano in un casolare vicino a Oderzo in condizioni disumane e indecenti. 

La nostra consigliera di Oderzo e membra della nostra segreteria provinciale, Giulia Princivalli, ha presentato una interpellanza, per chiedere alla Sindaca di Oderzo e alle istituzioni tutte di fare chiarezza su questa vicenda e sul fenomeno del caporalato nel nostro territorio. 

E’ necessario che le nostre istituzioni vigilino e facciano emergere situazioni di sfruttamento e illegalità nelle nostre campagne. 

E’ necessario che ogni presidio istituzionale faccia la sua parte e intensifichi i controlli insieme alle forze dell’ordine nelle aziende agricole di tutto il nostro territorio. 

In Italia il 15% del valore del comparto agricolo si fonda su questo sistema di caporalato e ipersfruttamento di persone (quasi sempre immigrati) estremamente vulnerabili e ricattabili, soprattutto a causa di politiche e leggi (come la Bossi-Fini) che rendono gli immigrati ancora più ricattabili, non fornendo loro la sicurezza di documenti e di contratti di lavoro regolari. 

E’ inammissibile che in Italia e nel nostro territorio siano diffusi questi fenomeni gravissimi di para-schiavismo, non possiamo fare finta di niente e accettare in silenzio che queste persone vengano sfruttate e vivano in condizioni degradanti e disumane per raccogliere la frutta e la verdura che finisce ogni giorno nelle nostre tavole!

Bisogna liberare i lavoratori e le lavoratrici dalla ricattabilità, abolire la Bossi Fini, smontare le catene dell’appalto e del subappalto, garantire salari giusti, consentire alle persone migranti di vivere in modo regolare nel nostro paese.

Per Sinistra Italiana Treviso, il Segretario Provinciale Christian Dal Grande

Ciao, Adriana. Ci mancherai moltissimo.

Cara Adriana, ci mancherai moltissimo.

La tua dipartita lascia un vuoto incolmabile in tutta la comunità di Sinistra Italiana.

Nella tua vita sei stata un punto di riferimento per, tanti e tante, attivisti e attiviste. In molti ci siamo rivolti a te per un consiglio, un confronto, per analizzare insieme la fase politica, per “rubarti” un po’ del tuo entusiasmo e della tua energia per andare avanti nei momenti più difficili. E fino all’ultimo giorno, nonostante la malattia, sei stata questo nostro punto di riferimento. Confrontandoti, partecipando e mettendoti sempre in gioco.

La sinistra Vittoriese, e Veneta tutta, ha un grande debito nei tuoi confronti, per tutto il tempo e le energie che hai dedicato alle comuni battaglie, assumendoti sempre ruoli diversi e vivendoli con lo stesso grande impegno e la stessa efficacia. Dall’attivismo sociale sul tuo territorio all’impegno nelle istituzioni del comune di Vittorio Veneto o della Regione Veneto. Dal PCI ai Ds prima e da SEL a Sinistra Italiana poi, sono cambiate le organizzazioni in un mondo che cambia, ma non è mai cambiato il tuo impegno, la tua coerenza e le tue idee. Sempre dalla parte degli ultimi e dei più deboli, in direzione ostinata e contraria verso un mondo giusto.

Ciao Adriana, come ci hai sempre insegnato, chi ha compagni non muore mai.

Le compagne e i compagni di Sinistra Italiana di Treviso e del Veneto

Il triangolo delle discariche

Il triangolo delle discariche, adesso per lo smaltimento dell’amianto, è ancora sotto tiro.

Dopo gli interventi aggressivi e inquinanti degli anni ’80 in cui nei territori di Villafranca e di Valeggio venivano aperte diverse discariche di rifiuti, tra cui Cà Baldassare a Quaderni, Cà Balestra a Valeggio (ma al confine con Quaderni), Caluri, Gazii a Dossobuono, ora ci pensa Luca Zaia a riarmare le truppe delle imprese che intendono devastare ancora di più l’ovest veronese. Con la modifica, infatti, al Piano regionale dei Rifiuti, nel 2022 la Giunta regionale del Veneto ha introdotto la deroga che permette a questi siti di riprendere la loro funzione di discarica, in questo caso per lo stoccaggio dell’amianto.

I numeri sono impressionanti: dieci anni di conferimento, 940 mila metri cubi di amianto a Caluri (2 colline alte 15 metri) e 800 mila metri cubi a Valeggio; per un totale di di quasi un milione e 800 mila mc., una richiesta di conferimento che soddisfa più del fabbisogno di tutto il nord Italia. Questa è la forza di fuoco messa in atto dalle aziende inquinatrici, mettendo a repentaglio la salute dei villafranchesi e dei valeggiani, aggravando ancor più il traffico già pesantissimo in queste aree, ammorbate anche dall’aeroporto e da due autostrade.

Sinistra Italiana in questi decenni, assieme ai Verdi, ha fatto da sentinella affinché queste incursioni delle aziende dissipatrici dell’ambiente e fortemente votate al profitto (pensiamo ai guadagni enormi degli escavatori) non andassero ancor più a distruggere il territorio, aggravassero le condizioni dei residenti, penalizzassero la qualità del paesaggio agrario. Vogliamo ricordare come già nel 2003, vent’anni fa, la ditta Veneta Strade di Ponzano tentò il blitz per smaltire l’amianto a Gazii di Dossobuono.

Ora la maggiore sensibilità dei cittadini nei riguardi dell’ambiente fa sì che queste incursioni predatorie e inquinanti delle sedicenti aziende “ecologiche”, siano bloccate dall’impegno civico: migliaia di persone in questi mesi hanno opposto la loro contrarietà ai nuovi impianti di amianto, promuovendo proteste a Villlafranca/Caluri, Valeggio, Quaderni e Mozzecane. A loro si è aggiunta anche la popolazione di Marmirolo mantovano, che è a pochi chilometri da Valeggio e Villafranca; ecco perché c’è questo pericoloso “triangolo dell’amianto” che allerta la cittadinanza di questi paesi.

A Valeggio e a Mantova la ditta Progeco, interessata all’apertura di Cà Balestra, presenta il progetto della sua discarica di amianto. Da sempre gli abitanti di Valeggio e di Quaderni sono stati strenue sentinelle del loro territorio e in decenni di battaglie ambientali contro l’apertura di questi siti contaminanti hanno imparato a difendersi e a contrattaccare, utilizzando tutte le opportunità a loro disposizione. Non c’è dubbio che anche stavolta riusciranno a sventare la sortita nefasta, che ha goduto dell’appoggio del presidente Zaia.

Che fare ?

-Innanzitutto va rivista la deroga al piano Rifiuti del 2022, voluta dalla Giunta regionale del Veneto. Questa area dell’ovest veronese è caratterizzata dalla ricarica delle falde acquifere, quindi un ambiente assai delicato, che non permette periodiche incursioni delle tante aziende che vogliono fare profitti, ma alle quali non interessa nulla delle condizioni di vita e della salute dei cittadini.

-Secondo, anche l’amianto deve rientrare nelle regole dell’economia circolare, cioè il recupero della materia prima, con l’inertizzazione, in modo che non vada ad impattare pesantemente sul territorio per il suo smaltimento.

-Non ultimo, l’utilizzo della valutazione di impatto ambientale (VIA) in modo che le ragioni dei cittadini abbiano il giusto peso verso questi progetti scriteriati per la salute e deflagranti verso l’ambiente. 

Sinistra Italiana è vicina e solidale con i cittadini e con i comitati civici, che mai rassegnati dai continui attacchi delle aziende devastatrici, stanno sostenendo l’ennesima battaglia per tutelare la loro esistenza e il loro futuro.

Sinistra Italiana fa affidamento alle varie Amministrazioni locali dell’area, per lo più di area centro destra, vicine all’area politica di Zaia, perché queste incursioni, queste brecce sul territorio e sull’ambiente da parte degli inquinatori non possano più ripetersi e non possano più accadere.

Segreteria Provinciale Sinistra Italiana Verona

La Regione garantisca immediatamente il diritto allo studio. No alla autonomia differenziata.

La Costituzione italiana garantisce il diritto allo studio (art.34 “La scuola è aperta a tutti … I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”) e con l’art. 117 assegna alle Regioni il compito di garantirlo.

La Regione Veneto ha promosso la richiesta di avere trasferita la competenza in moltissime altre materie con la “Autonomia differenziata”, pur non essendo in grado di garantire quanto già da tempo è di sua competenza. Con quale autorevolezza? Non solo sta demolendo la quantità e la qualità dei servizi sanitari e sociali, ha dimezzato il personale ispettivo nei luoghi di lavoro pur essendo la regione in cui accadono moltissimi incidenti nei luoghi di lavoro con conseguente numero di morti, di feriti, di invalidi tra i più alti in Italia. Giusto per citare alcuni casi.

Per quanto riguarda il diritto allo studio, l’operato della Regione è disastroso, intollerabile. Bene ha fatto l’Udu ad organizzare una manifestazione di protesta al Polo Zanotto. Possibile che su oltre 3000 studenti aventi diritto alla borsa di studio solo circa un terzo di loro la percepisce per l’anno 2023/2024? Possibile che ben 526 degli aventi diritto dell’anno accademico 2022/2023 ancora non la percepisce? Gli idonei a riceverla sono aumentati, lo scorso anno accademico erano 2980, questo anno sono 3400 e di questi ben 2157 non l’hanno ancora ricevuta, pari al 63%. A questi vanno aggiunti oltre 100 studenti della Accademia di Belle Arti e del Conservatorio. Motivo? Mancano i fondi.

La Regione ha fatto male i conti, si è distratta e nel bilancio ha stanziato pochissimi denari, del tutto insufficienti, e così il diritto allo studio, che deve garantire, se ne va a gambe all’aria. Diritto allo studio vuol dire anche garantire un posto letto a coloro che non sono residenti in città. La politica regionale sugli studentati è del tutto fallimentare. I posti letto “calmierati” sono del tutto insufficienti. Il libero mercato immobiliare privato non è idoneo a soddisfare tutte le richieste, in quanto, pur essendo aumentata l’offerta del 46% rispetto all’anno scorso, vede una domanda ancor più alta, più del 56%, come si evince da un “rapporto” di Immobiliare.it Insights (società specializzata in big data e market intelligence per il settore) che ci informa che Verona è l’ottava città più cara per canoni di affitto (mediamente 401 euro per camera a studente). Il problema però è che non se ne trovano a sufficienza, così il diritto di studio non viene garantito.

Gli studenti che frequentano l’Università di Verona non possono restare da soli in una rivendicazione sacrosanta. Vanno sostenuti, per ottenere investimenti dalla Regione sia per adattare molteplici edifici pubblici (quanti dello Stato abbandonati!) a studentati in numero sufficiente, sia per incrementare subito gli stanziamenti in bilancio per assegnare a tutti gli aventi diritto, di quest’anno e dell’anno scorso, le necessarie borse di studio.

Comune e Provincia, assieme agli studenti, siano protagonisti di questa giusta rivendicazione, il diritto allo studio è un diritto costituzionale che va garantito pienamente e immediatamente.

Inoltre, questa brutta inadempienza regionale che può modificare negativamente i legittimi progetti di vita di molti studenti e studentesse e che ostacola la crescita professionale e culturale delle nuove generazioni, ci dice che la progettata Autonomia Differenziata va bloccata. Non solo divide l’Italia, ma mette in mano responsabilità enormi a chi è incapace di garantire diritti semplici ed elementari come il diritto allo studio.

Verona, 12/03/2024

La Segreteria Provinciale di Sinistra Italiana Verona

Boicottiamo il G7: organismo delle grandi potenze economiche e militari che vogliono espropriare il mondo intero dai diritti, democrazia, partecipazione

Si riunirà dal 13 al 15 di Marzo a Verona e a Trento la sessione dedicata a Industria, Tecnologia e Digitale del G7, il Gruppo dei 7 Paesi occidentali più industrializzati del mondo. Comprende stabilmente Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stai Uniti. Ha escluso dopo un breve periodo la Russia non ha mai aperto agli altri grandi del Sud Globale come Cina, Brasile, India. 

E’ un organismo senza responsabilità e obblighi, senza procedure democratiche, che rappresenta una quota minoritaria della popolazione mondiale ma esercita il dominio economico e militare. Il G7 ha nei fatti esautorato e condizionato l’Onu, lo strumento democratico e rappresentativo che il mondo si è dato all’uscita della guerra mondiale.

Per sua natura non ha sede, presidenza e strutture fisse, ma si auto riproduce di anno in anno con mandati temporali. Oggi si conferma come strumento per esercitare il dominio dei grandi paesi occidentali e delle multinazionali, sulle politiche economiche, sul commercio e il controllo delle tecnologie.

L’esclusione degli Stati non direttamente assimilabili alla tradizione neocoloniale anglosassone o ad essa subalterni, gli accordi politici, di fatto vincolanti, hanno predefinito posizioni e scelte dell’assemblea dell’Onu  e  del Consiglio di Sicurezza.  

La difesa di interessi di parte è chiara nel silenzio su conflitti gestiti dalla Nato o direttamente dagli Stati Uniti e fa coppia con l’intervento diretto nella vicenda Ucraina o l’atteggiamento di equidistanza nel massacro del popolo palestinese.  

Oggi il G7 sta operando per contenere la crescita e il ruolo politico dei paesi del Sud Globale con interventi diretti per limitare le conoscenze, la ricerca e le quote di mercato dei paesi che sono in grado di competere con l’egemonia Statunitense.

L’obbiettivo, non celato, è l’isolamento e la sconfitta economica della Cina vero competitor sul piano della ricerca, della tecnologia e del commercio. Una sconfitta che è progettata sul piano del contenimento territoriale e del conflitto militare con l’estensione della Nato nell’area del pacifico orientale.

Nella Sessione Veronese del G7 si ripropone la questione del controllo della produzione civile e militare ad alto contenuto di tecnologia. Sulla questione dei semiconduttori, chips, elementi essenziali per la produzione di automobili e dei Droni si gioca il dominio economico e militare dei prossimi anni. 

Il programma del G7 di Verona riconferma la centralità della questione. “Prioritario è altresì il rafforzamento della sicurezza e della sostenibilità delle catene di approvvigionamento dei semiconduttori e delle materie prime critiche, anche al fine di ridurre la dipendenza da paesi terzi “.

E’ il ruolo di strumento servile del Potere Americano svolto storicamente dal G7 e ancor più aggravato dalla politica imperiale definita dall’America e accettata supinamente dall’Europa in una accelerazione della crisi economica e politica che sta trascinando il mondo in un conflitto sempre più pericoloso e esteso. 

In questa prospettiva è la nostra opposizione al G7 e alle sue politiche. Va confermata l’ipotesi di un modello economico e politico multipolare che in un sistema economico equilibrato e rispettoso di ambiente e risorse si proponga come alternativa reale al dominio del modello Occidentale

Va riaffermata la centralità di una Onu rafforzata e qualificata dal punto di vista della democrazia e dei criteri di partecipazione e ricostruito un rapporto di uguaglianza e condivisione con tutti i paesi del Sud Mondiale vittime, nella storia recente, delle politiche coloniali dell’Occidente.

Verona, 12/03/2024

Sinistra Italiana Verona

Sinistra Italiana Veneto – Dipartimento regionale Lavoro

SI alla legge sul fine vita, una scelta politica e di civiltà

Come è noto, martedì arriva in Consiglio Regionale la proposta di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione in Veneto dei tempi e delle procedure del suicidio medicalmente assistito, già previsto nella legislazione nazionale, come sancito dalla Corte Costituzionale.

Lo scopo della proposta di legge è quello di rendere concretamente esigibile nella nostra Regione un diritto, appunto, già esistente ma di cui la stessa legislazione non garantisce percorsi e tempi certi per la effettiva fruibilità da parte delle persone.

L’approvazione della proposta di legge darà la certezza giuridica che non si ripeta in Veneto quanto già accaduto in altre regioni, cioè che le richieste di accesso al suicidio medicalmente assistito, pur rispondendo agli stringenti requisiti previsti dalla Corte Costituzionale, si impantanino in una procedura non definita di verifica delle condizioni del malato. La proposta di legge, infatti, definisce ruoli e responsabilità di questa verifica, nel rispetto dei tempi stretti delle persone malate e delle loro sofferenze.

Rendere concretamente attuabile una legislazione che già c’è è una scelta politica di civiltà e di rispetto per i diritti dei cittadini.

Crediamo sia importante, quindi, che l’Assemblea regionale voti a favore della proposta di legge, facendo così compiere al Veneto un passo in avanti sulla strada dei diritti e della civiltà giuridica.

Vari “movimenti pro vita” hanno annunciato di essere pronti a redigere una “lista di proscrizione” dei consiglieri regionali che voteranno a favore della proposta.

Noi pensiamo che essere inseriti in questa “lista” sarà una “medaglia” perché i consiglieri che esprimeranno un voto favorevole compiranno una scelta politica chiara a favore della concreta esigibilità di un diritto delle persone già previsto dalla legislazione italiana.

Pensiamo che siano moltissimi i Veneti che condividono questa impostazione che, come si usa dire, garantisce un diritto a chi vuole esercitarlo e non toglie niente a tutti gli altri, compresi i “movimenti pro vita”.

Speriamo che la proposta di legge ottenga la maggioranza dei voti favorevoli e porti il Veneto a essere la prima regione italiana a dotarsi di questa normativa.


Sinistra Italiana del Veneto – Gruppo regionale Sanità 

Giù le mani dalla montagna!

In previsione delle prossime Olimpiadi invernali del 2026, 33,5 milioni sono destinati al collegamento della Ski Area del Civetta con la Ski Area Cinque Torri e alla realizzazione di bacini idrici per l’innevamento” (Fonte: Regione Veneto)

Apprendiamo con preoccupazione dei progetti targati Zaia e Meloni per le Dolomiti. Quello che si profila è l’ennesimo sfregio che non tiene conto delle necessità e delle fragilità della montagna. 

Le Dolomiti stanno già subendo gli effetti del cambiamento climatico che questa destra, da Palazzo Chigi a Roma a Palazzo Balbi a Venezia, continua a ignorare in nome del primato, tanto vecchio quanto pericoloso, della massimizzazione dei profitti. Come se la montagna fosse sul mercato. In quest’ottica, l’intreccio che sembra ancora una volta prospettarsi tra appetiti privati e fondi pubblici appare quantomai grave, tanto più se consideriamo il totale disinteresse di chi ci governa per le opinioni e le esigenze dei territori, chiaramente espresse in tutti questi mesi (a partire dalla grande mobilitazione contro la pista da bob a Cortina). 

Come Sinistra Italiana di Belluno e del Veneto continueremo a mobilitarci per la tutela dei territori e dell’ambiente: giù le mani dalla montagna! Sinistra Italiana del Veneto

Israele, quale democrazia?

Al termine dell’iniziativa “Le radici della Guerra” che si è tenuta Domenica 5 Novembre a Venezia abbiamo letto questa lettera inviataci da Giuditta Brattini e Mauro Tosi. Giuditta è rientrata in Italia, e per noi costituisce motivo di sollievo. A lei e Mauro il nostro abbraccio. L’apprensione per il massacro che stanno compiendo le forze israeliane a Gaza resta, purtroppo, tragicamente intatta.

All’inizio della vicenda dello stato di Israele abbiamo in molti pensato che, la presenza ebraica poteva costruire, un’esperienza importante, uno Stato in cui pratiche di convivenza, di aperta democrazia, avrebbero fatto sintesi con forme di socialismo praticato.

Ci spingeva in questo senso la storica dolorosa vicenda delle comunità ebraiche in tutto il mondo, escluse dai diritti sociali, dalle pratiche democratiche, dal voto, relegate ai margini della società, private dei diritti elementari come il lavoro, marginalizzate nella stessa libertà religiosa. Ci sembrava inevitabile che da questa dolorosa esperienza non potesse che sorgere un processo democratico, una alternativa politica e sociale.

Ci confermava in questa prospettiva la ricchezza di produzione culturale e democratica degli Ebrei, la loro presenza nella costruzione e direzione delle organizzazioni socialiste, democratiche e progressiste in tutta Europa. 

Ma l’illusione di un processo democratico, inclusivo, dove uguaglianza e partecipazione potessero costruire un modello di avanzata democrazia è durata molto poco. Già le prime pratiche di conquista della Palestina ne hanno svelato la diversa natura. Abbiamo visto il massacro dei civili e l’espulsione di più di 900.000 Palestinesi, dalla loro terra, la demolizione sistematica delle abitazioni, delle strutture civili, la sussunzione del territorio con l’esclusione di ogni forma di condivisione.

Oggi, come vendetta per l’assalto ai civili del 7 ottobre scorso, Israele sta esercitando una pesante ritorsione nei confronti della popolazione di Gaza con l’uso indiscriminato dei bombardamenti anche con armi non convenzionali, con l’assedio, il blocco delle forniture dell’acqua, del cibo, dell’energia elettrica e del gasolio. Non ultimo la chiusura delle comunicazioni, delle connessioni internet e telefoniche. Più di 9.000 vittime civili, in gran parte bambini, rappresentano una violazione del diritto umanitario internazionale.  

A motivazione e difesa delle politiche Israeliane si sostiene che Israele rappresenta l’unica democrazia in Medio Oriente e che, come tale, va comunque tutelata. Forse serve una riflessione su l’essenza di uno stato democratico, sui valori, principi e pratiche che lo qualificano. 

Democrazia è libertà, uguaglianza, solidarietà come progetti, come bandiere di conquista sociale, per unire i diritti individuali a quelli collettivi, universali ed esigibili. Una democrazia promuove giustizia e crescita collettiva e sostiene pace e convivenza contro ogni competizione e conflitto.

La Democrazia è il frutto di secoli del confronto fra gli uomini alla ricerca di condizioni di pace e di convivenza. È democratica la società connotata dai principi e valori che sono l’espressione di conquiste sociali sancite da patti condivisi di cui la Carta Costituzione, che Israele non ha, è lo strumento per la partecipazione attiva di tutti i cittadini.  

La sfida  per attuare la democrazia, è una Carta Costituzionale democratica, la sua applicazione nel progetto di costituire e promuovere la convivenza di etnie, di culture , di religioni diverse dove i cittadini sono gli esclusivi detentori del potere politico. 

La sovranità appartiene al popolonon allo Stato o alla Nazione. Israele con l’approvazione nel 2018 della Basic Law “Israele, patria del popolo ebraico” che sancisce: “La realizzazione del diritto di autodeterminazione nazionale in Israele è unica per il popolo ebraico; l’ebraico come lingua ufficiale e lo Stato guarda allo sviluppo dell’insediamento ebraico come un valore nazionale” non può rappresentare la Democrazia.

L’obbiettivo di Israele è l’esclusione-espulsione del popolo Palestinese dalla terra della Palestina storica. Oggi l’aggressione a Gaza ne è un esempio, il tentativo di spingere i palestinesi verso l’Egitto e con la presenza dei coloni e gli insediamenti cacciare i palestinesi dalla Cisgiordania alla Giordania. È la realizzazione dello Stato Nazione degli Ebrei dal Mediterraneo al Giordano.

Non è democrazia quella di Israele.  Israele che non si è data una costituzione come indirizzo di valori e diritti comuni, che non ha definito e posto limite ai suoi confini, che si è data una legge che la qualifica come Stato Nazione degli Ebrei dove agli arabo-israeliani non sono riconosciuti pari diritti.  

Nella palese pratica di esclusione dei palestinesi, anche attraverso la teorizzazione di diversità a base religiosa ed etnica, Israele ripercorre l’esperienza razzista del Sud Africa già condannato dalla Comunità Internazionale.

Questo paese, questa “Democrazia” ha i requisiti per essere accettato nella Comunità Europea?

Mauro Tosi, Giuditta Brattini  

04/11/2023

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Manifestazione Cgil e Associazioni del 7 ottobre a Roma. Anche Sinistra Italiana del Veneto sarà in piazza!

Anche Sinistra Italiana del Veneto sarà in piazza, Sabato 7 Ottobre, alla manifestazione promossa dalla Cgil e da tantissime associazioni e realtà sociali del nostro Paese. Parteciperemo allo spezzone di Alleanza Verdi Sinistra che da Piazza della Repubblica sfilerà, con migliaia e migliaia di persone, per chiedere la piena attuazione della Costituzione, per restituire diritti e dignità al lavoro, per salari e pensioni giuste. 

Sono tante le ragioni che ci spingono ancora una volta nelle piazze e nelle strade, con il Sindacato e le realtà associative e territoriali con cui lavoriamo nella quotidianità nei nostri Comuni e nei nostri quartieri. 

Manifestiamo per il diritto a un lavoro giusto, dignitoso, con una retribuzione adeguata come da Costituzione, e sicuro. In un Paese martoriato dalle morti e dagli infortuni sul lavoro, pensiamo che sia necessario porre al centro il tema della sicurezza, che passa anche dalla lotta alla precarietà e dal ripensamento di un modello pubblico di sviluppo e di politiche industriali adeguate alla fase storica. 

Manifestiamo per il diritto alla salute, in un Paese in cui i fondi per la sanità pubblica sono oggetto di pesanti tagli, in cui il personale sanitario è allo stremo e con una Regione che punta tutto sulla sanità privata, come denunciamo ormai da anni. 

Manifestiamo per il diritto alla casa, oggi sempre più inaccessibile, con fasce di esclusione sociale che vanno dal lavoro povero a pensionati/e con la minima a studenti/esse fuori sede a cui è impedito di poter studiare e vivere nelle città. 

Manifestiamo per il diritto a vivere in un ambiente salubre e per la giustizia climatica, denunciando i pesanti danni della rendita immobiliare che soffoca di cemento i nostri territori e consuma suolo in nome del profitto senza limiti. Continuiamo a pensare che sia necessaria una Legge regionale seria per raggiungere davvero l’obiettivo di “consumo di suolo zero” e che si debbano fermare quelle grandi opere inutili che devastano il territorio, come la pista da bob a Cortina. 

Manifestiamo per il diritto all’istruzione, dal nido, che non può più essere un servizio a domanda individuale, all’Università, che deve essere realmente accessibile a tutti/e, con strutture adeguate e da potenziare anche in considerazione del fatto che l’Italia è fanalino di coda in Europa per percentuale di laureati.

Manifestiamo per un’articolazione democratica più avanzata nel nostro Paese e nei territori: all’opposto rispetto al neo-centralismo sotteso ai progetti, profondamente sbagliati, di autonomia differenziata e di presidenzialismo, crediamo sia imprescindibile ripartire dalla Costituzione, dalla seria applicazione delle disposizioni sociali che contiene e da un ruolo rinnovato dei Comuni, da sempre il luogo della partecipazione democratica più estesa.

Manifestiamo per questo e per molto altro. Come sempre nelle piazze noi ci saremo. 

Sinistra Italiana del Veneto

Pista da bob da Cortina a Innsbruck: dal Consiglio Provinciale di Belluno un primo importante sì

Una grande soddisfazione!

Il Consiglio Provinciale di Belluno approva l’Odg, a prima firma Paolo Perenzin (di Sinistra Italiana), che chiede alla Fondazione Milano-Cortina 2026, al Governo e alla Regione Veneto di verificare urgentemente e in via ufficiale con le Istituzioni austriache competenti se, in alternativa alla pista da bob di Cortina, sussistano le condizioni per l’adeguamento dell’impianto di Innsbruck in tempo utile per le Olimpiadi del 2026, comunicando formalmente alla Provincia di Belluno le risultanze della verifica. 

In caso di esito positivo, l’Odg approvato impegna a chiedere la revoca della procedura per la realizzazione del “Cortina sliding center”: i costi ambientali, economici e sociali di tale intervento non sono sostenibili, né giustificabili, a fronte della disponibilità di un impianto idoneo a poca distanza dalle sedi di gara. 

Come Sinistra Italiana del Veneto pensiamo si tratti di un passo ufficiale davvero importante, che mette finalmente un primo punto di chiarezza su un’opera costosissima e dannosa, com’è stato anche rimarcato nel corso della bella e partecipata manifestazione di Domenica a Cortina. 

Insieme a Paolo Perenzin, primo firmatario, hanno sottoscritto l’Odg anche Lucia Da Rold, Mario De Bon, Simone Deola e Letizia Monestier. 

Il Coordinamento Regionale di Sinistra Italiana Veneto