Leggiamo in queste ore ampie e dettagliate cronache sulla marca della penna che Zaia avrebbe utilizzato per inviare una lettera alla Presidente del Consiglio Meloni con cui chiedere l’avvio del complesso e assai fumoso iter relativo alla autonomia differenziata.
Una legge approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale senza alcun accenno, per stessa ammissione del Ministro Calderoli, alle risorse che devono accompagnare la definizione dei LEP. In assenza di riscontri più precisi, dunque, Zaia oggi si vota alla scaramanzia. Dopo che ai festeggiamenti per l’approvazione della legge con tutto lo stato maggiore leghista (da Salvini a Zaia a Calderoli) alla vigilia del ballottaggio a Montecchio Maggiore è seguita una sonora sconfitta proprio in quel Comune, si comprende che per superare la crisi della Lega serva anche questo…
Fa riflettere, invece, a proposito di autonomia, che dalla maggioranza non vi sia stata alcuna levata di scudi per i tagli, pesanti e orizzontali, ai Comuni previsti dalla Legge di Bilancio e dal Governo. Per i Comuni del Veneto le carte parlano di 85,5 milioni di euro in meno nei prossimi cinque anni. Questo si traduce in tagli ai servizi essenziali garantiti dai Comuni alla cittadinanza: meno risorse, meno servizi, meno diritti.
Crediamo non sia affatto casuale: il modello che hanno in mente le destre, con un cinico baratto tra forze politiche che per il resto mal si sopportano e che in decine di Comuni veneti si sono già spaccate, è quello dell’accentramento del potere. La somma tra premierato, autonomia differenziata e tagli ai Comuni (già purtroppo molto deboli) dice esattamente questo. Non un accenno al miglioramento dei servizi, dalle case popolari alla sanità pubblica, nemmeno un euro alla riduzione delle disuguaglianze sociali e territoriali (nord-sud, centro-periferie, città-aree interne), non un’idea su riconversione ecologica, politiche industriali e lavoro, non un cambio di passo su consumo di suolo o grandi opere impattanti sull’ambiente.
Stiamo assistendo, in sostanza, a una battaglia per il potere che, nei territori, non farà altro che accentuare il centralismo regionale a scapito dei Comuni, e che a livello generale accentuerà le disparità. In tutto questo i bisogni delle persone non sono mai realmente presi in considerazione: chiedete a Zaia quanti cittadini e cittadine del Veneto devono rivolgersi al privato per le cure pagando di tasca propria, o quanto sono lunghe le liste d’attesa per un alloggio popolare. Contro un simile disegno e queste politiche, noi siamo e saremo in campo con tutte le iniziative necessarie per ribadire un No netto e assieme per costruire un’alternativa che rimetta al centro le persone e i territori.
Sinistra Italiana – Comitato regionale Veneto